DIARIO DA DIVERSE QUARANTENE

Questo stupendo Diario è frutto di un lavoro corale nato, al termine del periodo di lock down, dai contributi delle partecipanti e dei partecipanti al gruppo Sunday Morning che conduco da circa tre anni presso la Biofattoria didattica e sociale Rio Selva.

Tutte e tutti assieme abbiamo risposto alle domande:

  • Cosa di positivo voglio portare con me di questa quarantena?
  • Cosa ho imparato?
  • In cosa mi è stata utile?

Io poi ho avuto il piacere e l’onore di farlo diventare un’unica voce.

Per avere maggiori informazioni sul gruppo, puoi leggere questo articolo dal mio blog: SUNDAY MORNING: UN VIAGGIO LUNGO TRE ANNI.

Ed ora… buona lettura!

Paola

 

Ho deciso di cambiare l’armadio, di cambiare gli abiti: non di svuotarlo ma di fare spazio. Fare spazio per le cose che mi arricchiscono e non mi svuotano. Per le cose che edificano e non distruggono. Mi piace l’idea dello spazio che si è creato.

Oggetti che nel tempo si sono accumulati riempiendosi di polvere fino quasi a sparire. A distanza di tempo, con un diverso livello di consapevolezza, è stato più facile attribuire il giusto peso ad ognuno di questi oggetti, ad ogni lettera, fotografia e ricordo. Dare il giusto peso alle cose e osservarle dalla giusta distanza, mi ha permesso di attribuire loro un significato, di scegliere cosa tenere e cosa buttare, cosa conservare e cosa regalare. Ora, finalmente, ho a mia disposizione uno spazio più pulito, più luminoso e libero.

Questo processo mi ha permesso di chiudere dei cerchi rimasti aperti, di perdonare qualcuno e soprattutto di perdonare me stessa, di tenere dentro di me ciò che mi fa stare bene e soprattutto di creare spazio per il nuovo che verrà, permettendomi di accoglierlo a mente libera e a cuor leggero.

Tutto è impermanente, e ciò dovrebbe insegnarci a godere di ogni momento.

Noi esseri umani siamo solo ospiti di questo pianeta, e come tali dovremmo comportarci, con umiltà, rispetto e gratitudine, verso una natura che ci offre tutto, camminando con passo lieve, senza lasciare la nostra impronta.

Cosa posso fare per me adesso? Andare piano. Senza troppe proiezioni sul futuro e senza troppi ancoraggi al passato. “Usa soluzioni piccole e lente”, dice il nono principio della permacultura.

Quello che porto con me è il rallentamento di tutto il nostro correre che c’era prima. Abbiamo vissuto lo stesso, quindi è possibile. Mi hanno dato grande serenità e fiducia i miei figli e nipoti, che hanno vissuto tutta questa novità con grande tranquillità, felici di stare in famiglia, facendo cose che non avrebbero mai fatto, non come una vacanza, fuori dal tempo, ma come modo di vivere.

La felicità è fatta di piccole e semplici cose e la forza e la resilienza che abbiamo in noi, se vogliamo, sono immense. I miei affetti hanno retto a questa prova in maniera quasi commovente.

Nulla è scontato: gli affetti, i contatti, la vicinanza delle persone care, ma anche i rapporti casuali, la chiacchiera in strada, lo scambio di due parole con qualche conoscente che incontro per strada o in un negozio, un giro in questi stessi negozi….. Imparerò ad apprezzare tutto questo?

Non ci siamo scannati in questi mesi, anzi, abbiamo costruito nuove forme di convivenza e abbiamo ritrovato il piacere di alcune cose che il crescere dei figli ci aveva fatto perdere. Viviamo molto alla giornata. E cerchiamo di recuperare una dimensione a misura d’uomo. Anche i ragazzi. E questo mi riempie di speranza che tutto ciò sia davvero servito a qualcosa.

Mi piace ricordare le mie passeggiate tra le vigne, il disegno del mio albero e le mie meditazioni: il conforto della natura e del mio mondo interiore.

Voglio una rinascita universale.

Voglio chiedere perdono a Madre Terra.

Voglio che tutti ci riproviamo insieme,

in nome dell‘Amore

che tutto governa.

In genere dico vorrei, ma ora serve assolutamente „voglio“:

non c’è più tempo…

Ho imparato a riconoscere e ad accogliere che sono una infinitesima parte del Tutto, estremamente fragile ma meravigliosamente interdipendente con ogni singola cosa ed essere vivente!

Ho imparato il passo lento, ricerco una maggiore armonia dentro e fuori partendo da un ascolto ed un’osservazione più profondi.

Ho imparato a dire “Grazie” per il dono di vivere ogni giorno, per gli affetti e le amicizie vere, per la Comunità che ti porti dentro anche quando non la puoi vivere al 100% nelle relazioni, per nonna Terra che con pazienza ci custodisce.

Mi porto nel cuore un maggiore senso di Rispetto e Gratitudine verso Tutto...

…e verso le sfumature infinite delle innumerevoli piccole cose a cui spesso non do importanza.

Mi ricorderò il profumo del pane appena cotto lasciato lievitare a lungo con amore e del lievito madre riuscito dopo il terzo tentativo, ma che felicità

Ho poi apprezzato la lentezza, i tempi vuoti, l’aria pulita, i silenzi…

La volontà che sento di voler coltivare nel presente è la condivisione, perché è bello stare bene nella solitudine, ma è meraviglioso condividere.

Ho imparato che per quanto una persona, nella sua vita e nella sua routine, abbia fatto percorsi anche intensi e si sia fatto molte domande, ci sono sempre aspetti, prospettive, pratiche, scelte etiche possibilità ancora inesplorateche si scorgono appena si rallenta o si cambia il ritmo, o si ascoltano di più gli altri, o ci si mette in discussione. Nella trasformazione di se stessi niente é impossibile, tutto ha i suoi modi e tempi. La consapevolezza è un cammino senza fine e c’é un regalo ad ogni passo!

Ho dormito, dormito…

In queste notti più lunghe il mio inconscio mi ha messo di fronte alle mie paure più grandi, a incubi di morte di abbandono e di solitudine.

Ma mi ha anche dato gli strumenti di guarigione permettendomi di guardare queste paure in faccia e di affrontarle con le mie risorse e le mie capacità e di superarle.

Ho sognato di morire e questo mi ha fatto crescere l’ansia, ma ho sognato anche di essere guarita da una guaritrice.

Paura, freddo, distanza, nascondimento, sfiducia, caos, disconnessione sono il film proiettato fuori da me. Non mi appartengono. La mia vita sgorga da un nucleo profondo di calore e fluisce nella luce. Mi connetto con presenza al nucleo e alla bellezza, armonia e vitalità pulsante della Natura Vivente, per imparare ad essere autenticamente umana.

Ecco, questa frase non è proprio mia ma è come se l’avessi scritta io… 

Io difendo il ritmo umano:

il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene.

Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo.”

Luis Sepulveda

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