Mano e farfalla, tocco e soffio, presenza e trasformazione
Dentro di noi c’è il soffio, e le nostre verità e i nostri desideri: insieme sono l’inno della creazione che abbiamo tanto desiderato cantare.
C. P. Estes
Nel mondo greco, la farfalla è assieme allegoria e simbolo dell’anima (psyché). Ne parla C.G. Jung e M.M. Mozzi lo riprende nel suo Bestiario. Libro degli animali simbolici in C.G. Jung (2015, EUM):
Nel mondo degli insetti la farfalla occupa un posto di privilegio e la sua suggestione non nasce soltanto dai colori e dalla simmetria, vi concorrono motivi più profondi.
Il mistero conturbante della sua metamorfosi, infatti, ha colpito l’uomo fin dall’antichità e assume il valore di un messaggio mai decifrato.
Immagine della leggerezza e di un mondo solare e luminoso, la farfalla racchiude nel proprio corpo e nella propria esperienza di vita, il passaggio attraverso la notte. Si tratta di una seconda nascita: lungo le sue metamorfosi la farfalla è uovo, bruco, bozzolo, ali splendenti… e così è ciascuno di noi attraverso le fasi della Vita, nel proprio personalissimo percorso di evoluzione e crescita.
La parola psyché, inoltre, è connessa con «respirare, soffiare», termine il cui significato si riconduce all’idea del «soffio», cioè del respiro vitale. Per i Greci originariamente quel respiro rappresentava, appunto, l’anima.
Il logo si completa poi con l’altra metà: la mano che sostiene.
La prima parte dell’ideogramma corrispondente alla parola shiatsu rappresenta l’immagine di un dito e, per estensione una mano, teso nell’atto di “segnalare”, accanto all’idea di una lingua intenta nell’assaporare qualcosa di dolce. Il dito dà una direzione, suggerisce una precisa volontà da perseguire attraverso la mano. La lingua indica che c’è un linguaggio preciso con cui si persegue tale intento: si tratta di un linguaggio dolce, un’azione da compiersi con la mano, che mostra il suo palmo senza timore, mostrandosi con dolcezza e fermezza.
Mostrare il palmo della mano ricorda l’idea di un’offerta diretta, da cuore a cuore. È un linguaggio senza parole, che si compie attraverso le mani, con la loro capacità di ascoltare e di agire. Le mani sono un mezzo di comunicazione straordinario, con una sensibilità superiore a ciò che comunemente pensiamo: il contatto è scambio, è relazione con ciò che abbiamo intorno, è “sostegno, empatia, collaborazione, unità, autoguarigione, fiducia, nutrimento, energia”. (A. Somenzi, Lo shiatsu e il pensiero macrobiotico, ShiatsuMilano Editore, 2012)