指圧 SHIATSU: UN IDEOGRAMMA, TRE SIGNIFICATI

Lo shiatsu è una tecnica oggi molto nominata e che incuriosisce sempre più persone, ma spesso non se ne ha un’idea chiara e circolano moltissime diverse definizioni. Si può partire allora da questa semplice domanda… cos’è lo shiatsu?

Attilio Somenzi, fondatore della Scuola Internazionale di Shiatsu Italia, lo descrive con queste parole: “lo shiatsu è una tecnica manuale a mediazione corporea che consente di conoscere ed educare il proprio corpo, di ascoltare sé stessi e gli altri, di rapportarsi correttamente con l’ambiente, inoltre di prevenire ed eliminare disturbi, disagi, stanchezza, stress e squilibri energetici, e di intervenire come supporto in problemi quali malattie fisiche, emozionali o mentali.” (A. Somenzi, Lo shiatsu e il pensiero macrobiotico, 2012, Shiatsumilano Editore)

Si tratta di una tecnica giapponese, che ha origini profonde nella medicina cinese e in alcune tecniche di manipolazione, come l’Anma e l’Anpuku (trattamento di hara, l’addome, per i giapponesi il centro della vita).

L’ideogramma corrispondente alla parola “shiatsu” 指圧 è composto da shi = dita e atsu = pressione e può assumere tre diversi livelli di significato:

  • Il primo è pressione con le dita. Lo shiatsu segue un approccio olistico, considera cioè la persona un tutt’uno inseparabile nei suoi aspetti: corpo, mente e spirito sono quindi una cosa sola e nell’occuparsi della salute occorre guardare all’interezza e non solo al sintomo o alla parte sofferente. Nella filosofia e nella medicina orientali, l’uomo (e ogni essere vivente) è attraversato dall’energia generata dall’influenza di cielo e terra, l’energia vitale, il Qi. Quando il naturale fluire di quest’ultima viene bloccato per un qualsiasi motivo, si viene a verificare una situazione di disequilibrio che può portare ad uno stato di malattia. Lo shiatsu, attraverso pressioni statiche (pollice, palmo, piedi, ginocchia) che stimolano il sistema nervoso autonomo (in particolare il sistema parasimpatico), aiuta a ristabilire l’equilibrio e in questo modo a recuperare benessere e armonia nell’intero corpo.
  • Il secondo livello di significato corrisponde anche al primo passo di superamento della tecnica e sottolinea l’importanza della relazione tra operatore e ricevente, tra tori e uke. Il cuore nelle mani mostra esattamente come entrambi diventino attori di un rapporto basato sull’empatia, sull’ascolto e sul rispetto reciproco. Lo shiatsu diventa bagaglio di consapevolezza, di essere due nell’uno (le famose forze yin e yang del simbolo del Tao), della necessità di stare in relazione per avviare processi di trasformazione, cambiamento e guarigione.
  • Nel terzo livello di significato, la parola shiatsu può essere infine tradotta come ponte con l’infinito, ossia come percorso di crescita e consapevolezza fisico, emozionale e spirituale che porta alla trasformazione personale, primo passo verso il proprio personale processo di autoguarigione.

Cosa avviene, dunque? Utilizzando alcune parole chiave, si possono descrivere questi diversi livelli: rilassamento e attivazione dei vari sistemi e organi del corpo, aumento delle capacità di risposta e di ripresa del corpo, conoscenza nella relazione, presa di coscienza di sé e ricerca dell’origine del proprio problema.

Lo shiatsu, quindi, non limitandosi solamente a rispondere al sintomo, interviene preventivamente e in profondità, riattivando l’energia del ricevente e risvegliando la forza risanatrice che è già insita in ciascuno di noi. Ai giorni nostri, in cui prevale la fretta, la spinta a risolvere tutto subito, il mito del corpo perfetto e di un’umanità immortale, la paura a vedersi e ad incontrarsi in maniera autentica, questa preziosa tecnica donataci dall’Oriente ci permette, invece, di ritagliarci uno spazio di calma dentro e fuori di noi, di prenderci cura di noi stessi, di ritrovarci un po’ alla volta, scoprendo il nostro modo di stare bene anche di fronte alle complessità a cui il mondo ci chiama.

(P. Carnio, psicologa operatrice shiatsu)

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