VADEMECUM DEI SOGNI

Un sogno che non viene spiegato è come una lettera non letta.

Talmud Babilonese

Un omaggio ad un Maestro, che, quando ho avuto la fortuna di incontrare, mi ha regalato per iscritto la sua predizione.

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Il testo è tratto da Una nuova interpretazione dei sogni di Tobie Nathan, antropologo e psicanalista, una delle grandi figure dell’etnopsichiatria contemporanea.

Utente dei sogni, fratello mio, tu che non hai rinunciato a capire, tu che hai intenzione di usare la forza proveniente dall’altra faccia della medaglia per arricchire il tuo destino, ti trasmetto, in queste pagine, alcune indicazioni che potranno accompagnarti sia di giorno che di notte.

La prima domanda che devi porti riguarda il tuo sogno. Tu sogni? Con regolarità, tutte le notti? Sei consapevole di quell’attività che sobbolle nelle profondità del tue essere? Il sogno è come la sessualità, una presenza costante che continua indefinitamente a ricordarci le nostre radici istintuali.

Il sogno è una fortuna e un’opportunità. (…) Un sogno che svanisce è come un frutto che non si è colto.

Nato dal tuo sonno più profondo, il sogno ti identifica – nessun altro potrebbe farlo al posto tuo, nessuno può conoscerlo se tu non lo racconti. È, prima di ogni altra cosa, un meccanismo istintivo il cui fine è fare in modo che domani si sia la stessa persona di oggi. Il sogno lavora ogni notte, instancabilmente, alla salvaguardia del Sè.

Nondimeno esso è un luogo pubblico, uno spazio nel quale ti è possibile incontrare esseri di un’estraneità radicale con i quali intraprendere degli scambi. Se credi a dio o al diavolo, puoi incontrarli lì; e se non ci credi, puoi dialogare con il tuo nucleo biologico, in altre parole, il tuo creatore. (…)

Un sogno va raccolto al risveglio, prima che una sola goccia d’acqua abbia toccato le labbra del dormiente. In assenza di un “uditore di sogni”, puoi semplicemente posare un taccuino e una matita sul comodino. Il sogno ha bisogno dello sguardo di un’altra persona: annotarlo è una promessa di racconto. (…)

Vi sono innumerevoli motivi per prestare attenzione al tuo sogno. Esso consente di spezzare la routine, di mutare il tuo punto di vista, di modificare l’idea che avevi di te stesso e degli altri, perchè esso dà il via ad una trasfromazione del tuo universo. Chiunque si preoccupi di essere davvero sé stesso, di avere un suo modo di pensare, di evitare di ripetere le frasi fatte della propaganda e della pubblicità, ne troverà i mezzi nel suo sogno.

Esso ti permette di ricevere anche dei messaggi che non si trovano in questo mondo, che sfuggono alla piattezza della quotidianità (…).

E il tuo sogno può anche rivelarsi utile, soprattutto in quei momenti di grande difficoltà che a ciascuno capita di attraversare. Può metterti in guarda da pericoli a cui non hai pensato durante la veglia. Così spesso di comporta l’incubo (…).

Tuttavia, perchè porti a termine il suo compito, un sogno deve essere interpretato. L’interpretazione è contenuta in nuce nel corpo stesso del sogno. Ma, bada bene, nessun sogno può essere interpretato dal suo stesso autore: egli riuscirebbe soltanto a produrre un nuovo sogno, che a maggior ragione richiederebbe l’intervento di un interprete.

L’interpretazione è quella parte del sogno che gli consente di realizzarsi nel mondo. Essa è sempre un comando di esistenza. Dunque, un’interprete di sogni è un ostetrico dell’indomani. Sii esigente! (…) Un fatto non potrai eludere. L’interpretazione è sempre una predizione. (…) Se si presenta come una sentenza, rifuggila! Essa calpesta la tua libertà, ti arruola al servizio di forze che non conosci. L’interpretazione, quella che annuncia l’avvenire, atto di coraggio di chi l’ha formulata, è garanzia della libertà del sognatore.

LE STORIE SONO MEDICINE

Ho condotto di recente due cicli di incontri dal titolo La Via femminile e in ogni incontro, assieme ai partecipanti, siamo entrati in una storia diversa, tutte tratte dal libro Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes. Questo percorso è stato travolgente nella sua forza trasformativa, per me, per le organizzatrici, per i partecipanti tutti, conducendoci ben oltre le aspettative. Leggere e ascoltare storie è semplicità. Semplice come il ciclo delle stagioni, il sorgere del sole, il maturare di un frutto, come il fiume che scava il proprio letto. Semplice e profondamente trasformativo, come le piccole cose. E il sapore è lo stesso… Il testo seguente è tratto dall’introduzione di questo libro affascinante e leggendario. Buona lettura!

Paola

L’arte delle domande, l’arte delle storie, l’arte delle mani: sono tutte il frutto di qualcosa, e questo qualcosa è l’anima. Ogni volta che alimentiamo l’anima è garantita una crescita. Vi accorgerete, mi auguro, che sono maniere tangibili per ammorbidire vecchie cicatrici, per lenire antiche ferite e contemplare tutto in modo nuovo (…).

 Le storie sono medicine. Dalle storie rimasi catturata per sempre quando ne sentii raccontare una per la prima volta. Hanno un tale potere… non ci chiedono di fare, essere, agire: basta ascoltare. I rimedi per reintegrare o reclamare una pulsione psichica perduta si trovano nelle storie. Esse generano l’eccitamento, la tristezza, le domande, gli struggimenti e le conoscenze che spontaneamente riportano in superficie l’archetipo (…).

Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita (…).

 Talvolta varie stratificazioni culturali disarticolano le storie. Per esempio, nel caso dei fratelli Grimm (per nominare due dei collezionisti di fiabe degli ultimi secoli), forte è il sospetto che gli informatori (i cantastorie) del tempo talvolta “depurassero” le loro storie per riguardo ai religiosi fratelli. Con il passare del tempo, antichi simboli pagani furono ammantati di significati cristiani, sicchè la vecchia guaritrice di un racconto diventava una strega malvagia, uno spirito si trasformava in un angelo, un velo per l’iniziazione diventava un fazzoletto, o una bambina di nome Bella (spesso erano chiamate così le bambine nate durante la festa del Solstizio) veniva ribattezzata Schmerzenreich, Addolorata. Venivano omessi gli elementi sessuali. Creature e animali soccorrevoli erano spesso trasformati in uomini neri e demoni. Ecco come molti racconti ricchi di insegnamenti sul sesso, l’amore, il denaro, il matrimonio, il parto, la morte e la trasformazione sono andati perduti. Ecco come anche le fiabe e i miti che spiegano gli antichi misteri delle donne sono stati pure ricoperti. (…)

Ma non tutto è perduto per sempre. (…) Ci sono buone notizie: per tutte le cadute strutturali nelle versioni esistenti dei racconti c’è un modello forte che tuttora brilla. Dalle forme dei pezzi e delle parti, possiamo determinare con notevole precisione quel che è andato perduto nella storia (…).

Non c’è stata distruzione. Tutto ciò di cui una persona ha bisogno, tutto ciò di cui noi possiamo aver bisogno, ancora sussurra dalle ossa della storia.

Clarissa Pinkola Estes