LE STORIE SONO MEDICINE

Ho condotto di recente due cicli di incontri dal titolo La Via femminile e in ogni incontro, assieme ai partecipanti, siamo entrati in una storia diversa, tutte tratte dal libro Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes. Questo percorso è stato travolgente nella sua forza trasformativa, per me, per le organizzatrici, per i partecipanti tutti, conducendoci ben oltre le aspettative. Leggere e ascoltare storie è semplicità. Semplice come il ciclo delle stagioni, il sorgere del sole, il maturare di un frutto, come il fiume che scava il proprio letto. Semplice e profondamente trasformativo, come le piccole cose. E il sapore è lo stesso… Il testo seguente è tratto dall’introduzione di questo libro affascinante e leggendario. Buona lettura!

Paola

L’arte delle domande, l’arte delle storie, l’arte delle mani: sono tutte il frutto di qualcosa, e questo qualcosa è l’anima. Ogni volta che alimentiamo l’anima è garantita una crescita. Vi accorgerete, mi auguro, che sono maniere tangibili per ammorbidire vecchie cicatrici, per lenire antiche ferite e contemplare tutto in modo nuovo (…).

 Le storie sono medicine. Dalle storie rimasi catturata per sempre quando ne sentii raccontare una per la prima volta. Hanno un tale potere… non ci chiedono di fare, essere, agire: basta ascoltare. I rimedi per reintegrare o reclamare una pulsione psichica perduta si trovano nelle storie. Esse generano l’eccitamento, la tristezza, le domande, gli struggimenti e le conoscenze che spontaneamente riportano in superficie l’archetipo (…).

Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita (…).

 Talvolta varie stratificazioni culturali disarticolano le storie. Per esempio, nel caso dei fratelli Grimm (per nominare due dei collezionisti di fiabe degli ultimi secoli), forte è il sospetto che gli informatori (i cantastorie) del tempo talvolta “depurassero” le loro storie per riguardo ai religiosi fratelli. Con il passare del tempo, antichi simboli pagani furono ammantati di significati cristiani, sicchè la vecchia guaritrice di un racconto diventava una strega malvagia, uno spirito si trasformava in un angelo, un velo per l’iniziazione diventava un fazzoletto, o una bambina di nome Bella (spesso erano chiamate così le bambine nate durante la festa del Solstizio) veniva ribattezzata Schmerzenreich, Addolorata. Venivano omessi gli elementi sessuali. Creature e animali soccorrevoli erano spesso trasformati in uomini neri e demoni. Ecco come molti racconti ricchi di insegnamenti sul sesso, l’amore, il denaro, il matrimonio, il parto, la morte e la trasformazione sono andati perduti. Ecco come anche le fiabe e i miti che spiegano gli antichi misteri delle donne sono stati pure ricoperti. (…)

Ma non tutto è perduto per sempre. (…) Ci sono buone notizie: per tutte le cadute strutturali nelle versioni esistenti dei racconti c’è un modello forte che tuttora brilla. Dalle forme dei pezzi e delle parti, possiamo determinare con notevole precisione quel che è andato perduto nella storia (…).

Non c’è stata distruzione. Tutto ciò di cui una persona ha bisogno, tutto ciò di cui noi possiamo aver bisogno, ancora sussurra dalle ossa della storia.

Clarissa Pinkola Estes